“Life is a choice or a chance?” Se lo chiede Mohamed, 17 anni, arrivato a Lampedusa dalla Somalia attraverso la Libia e le sue violenze. Segue un sogno di libertà: dalla guerra, dalla povertà, dagli abusi. Lunedì ha partecipato alla visita del Papa. Da oltre 20 giorni si trova, insieme a molti altri coetanei, nel CPSA: troppi, tanto che Lampedusa diventa un limbo in cui quale riaffiorano le emozioni, spesso profondamente ambivalenti, che hanno nutrito il suo viaggio, senza la possibilità di proseguirlo. “I minori stranieri che hanno partecipato alla visita del Papa sono rimasti particolarmente toccati da questo evento”, dichiara Lilian Pizzi, psicologa di Terre des Hommes e capo del progetto Faro III. “Le parole del Papa sono state un’occasione per riflettere sulla complessità delle ragioni politiche, economiche ma anche individuali, per cui i ragazzi lasciano i loro paesi: si tratta di una scelta coraggiosa, spesso ma non sempre condivisa dai familiari, che si configura spesso come una sfida incerta e un rito di passaggio contemporaneo”. “La permanenza a Lampedusa diventa quindi il luogo dei bilanci e anche di un confronto, molto spesso doloroso, tra l’immaginario dell’Occidente che ha nutrito la scelta migratoria e ciò che effettivamente poi si incontra. Essere trattenuti tanto tempo all’interno del CPSA, nonostante le attenzioni che ricevono da istituzioni e operatori, è per loro fonte di interrogativi, tanto più quando si rendono conto di essere portatori di diritti inalienabili in quanto minori. Anche per questo è necessario che questi bambini e ragazzi vengano trasferiti nelle comunità di accoglienza nel più breve tempo possibile, possibilmente entro le 48 ore, come prevede la legge italiana”.
“Questa visita ha un valore politico, oltre che simbolico, che invitiamo a cogliere in tutte le sue implicazioni da parte sia delle autorità italiane sia di quelle europee. Il sommo Pontefice ha voluto testimoniare con la sua presenza, in questo avamposto della sofferenza umana, anche la necessità che i diritti universali dei migranti e dei minori, in particolare, vengano rispettati. Siamo laicamente accanto a Papa Francesco nella fattività che tutto questo avvenga ogni giorno, per quanti ancora sono costretti a rischiare la vita alla ricerca di un destino più umano” dichiara Raffaele K. Salinari, presidente della Federazione Internazionale Terre des Hommes.
Terre des Hommes è presente a Lampedusa dalla metà del mese di giugno 2013 con il progetto Faro III di assistenza psicologica e psicosociale proprio in favore dei minori stranieri non accompagnati e delle famiglie con bambini, quegli stessi bambini, per i quali Papa Francesco ha dedicato un’attenzione, una tenerezza ed un ascolto speciale. “E’ proprio dall’ascolto dei bambini, dei ragazzi e delle loro madri, che prende vita il nostro intervento, che offre ai migranti un delicato supporto psicologico e psicosociale durante questa fase di prima accoglienza nel CSPA di Contrada Imbriacola”, dichiara Federica Giannotta Responsabile Advocacy della Fondazione.
Voci inascoltate, gli immigrati di Lampedusa e Papa Francesco. Uno spunto di riflessione per Terres des Hommes.
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– 11 luglio 2013