Venerdì 400 persone alle Ville Ponti di Varese per celebrare il canto corale e presentare il progetto digitale dovesicanta.it

Una serata davvero straordinaria quella di venerdì (8 novembre) alle Ville Ponti di Varese. Sala Napoleonica gremita per “Una voce dentro al coro”, l’appuntamento organizzato da Fausto Caravati dell’Associazione Solevoci all’interno del Festival Glocal, con la preziosa collaborazione di Gabriele Conti, direttore artistico del Festival Incanto a Varese e faro illuminante per la coralità classica varesina. Musica e parole, per celebrare la bellezza di cantare in un coro e per presentare un nuovo progetto digitale.

Protagonista soprattutto la platea, composta da 400 persone, molte delle quali coristi della provincia di Varese, che hanno cantato e ascoltato gli interventi di Massimo Folador, docente di Business Ethics presso LIUC Business School; Ilaria Bellucci, cantante, pianista, arrangiatrice; Raffaella Pellegrini, musicoterapista, psicologa, specializzata in psicologia della comunicazione; Carlo Morandi, direttore del “Coro Divertimento Vocale” di Gallarate; Matteo Valbusa, direttore del Coro della Fondazione Arena di Verona; Elisa Garbossa, Database Developer & Technology Expert presso Joint Research Center di Ispra.
Ed è proprio Elisa Garbossa – insieme a Matteo Ferrari e a Fausto Caravati – una delle menti di dovesicanta.it, un progetto innovativo per mettere in rete appassionati e professionisti del settore. “Dovesicanta.it è una piattaforma digitale per trovare dove si canta in coro in Italia – racconta. Può essere utilizzata come motore di ricerca categorizzato e geolocalizzato, ma anche come community digitale. Il portale è vivo: ogni persona può infatti diventare editor e aggiornare il database. Inoltre c’è la sezione eventi. Come funziona? Ci si dà appuntamento in una città italiana con altri coristi, si studiano le parti a casa e ci si trova per cantare insieme. Infine una sezione di news di approfondimento per rimanere sempre aggiornati su quello che accade in ambito di musica corale. Perché lo facciamo? Perchè desideriamo condividere qualcosa di bello che ci è capitato. A me cantare in coro ha migliorato la vita. Quando sperimenti una cosa così hai come il dovere morale di non tenerla nascosta, ma di diffonderla intorno a te”.
Sentimento condiviso da molti dei presenti in sala. A partire dal musicista inglese John Rutter: “La musica corale – dice – non è uno dei fronzoli della vita, ma è qualcosa che va al cuore stesso della nostra umanità. Attraverso il canto esprimi la tua anima. E quando canti con gli altri, il coro diventa qualcosa in più della somma delle parti. Tutte quelle persone stanno aprendo i loro cuori in perfetta armonia”.

Questa sera a Glocal abbiamo vissuto una serata meravigliosa – dice Marco Giovannelli, organizzatore di Festival Glocal. Energia e passione. Emozioni, riflessioni, canti corali che dimostrano come reale e virtuale, digitale e vita quotidiana possano andare a braccetto migliorando le esperienze delle persone e facendo comunità”.

Per il futuro si sta già pensando ad un’app collegata alla piattaforma. E allora un “arrivederci a presto” per cantare insieme.