Variante Tremezzina: ottenuto via libera dal Consiglio Superiore Lavori Pubblici

“Ottime notizie da Roma, dove è stato compiuto un altro fondamentale passaggio per un’opera che da anni il territorio attende. Siamo davvero felici di aver raggiunto un risultato così importante per la nostra terra. Abbiamo dimostrato nuovamente quanto la Regione sia vicina alle esigenze di un territorio, da altri troppe volte dimenticato”. Così ha affermato il sottosegretario di Regione Lombardia con delega ai Rapporti col Consiglio regionale, a margine del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, che si è riunito venerdì a Roma, e dal quale è emerso il via libera alla Variante della Tremezzina.

“Fin da subito – spiega l’Assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile – abbiamo agito nei confronti degli altri attori in campo, dal Ministero ad Anas, con l’obiettivo di recuperare il tempo perduto e dare risposte concrete al territorio. La Regione ha stanziato per quest’opera 120 milioni di euro attraverso il ‘Patto per la Lombardia’, a dimostrazione di quanto per noi sia strategica e irrinunciabile. Abbiamo anche cofinanziato il progetto definitivo con 1,6 milioni sui 2,2 milioni complessivi”.

L’intervento consiste in una nuova arteria stradale di circa 9,8 chilometri, di cui 7,8 chilometri in galleria, che si propone come alternativa all’attuale percorso della S.S. 340 ‘Regina’ nei Comuni comaschi di Colonno, Sala Comacina, Tremezzina (Comune derivato dalla fusione dei Comuni di Ossuccio, Lenno, Mezzegra e Tremezzo) e Griante. L’itinerario attuale è infatti caratterizzato da notevoli difficoltà di transito per i numerosi restringimenti nella tratta tra Colonno e Ossuccio a cui si aggiungono le problematiche di carattere principalmente idrogeologico nella tratta Lenno-Griante.

L’opera, attesa ormai da molti anni, è arrivata alle ultime fasi di approvazione. Il costo previsto è di circa 380 milioni di euro, di cui 120 cofinanziati da Regione Lombardia attraverso il ‘Patto per la Lombardia’. L’appalto, riferiscono dal Ministero e da Anas, dovrebbe partire nel terzo trimestre del 2019.

 “Abbiamo dimostrato anche oggi che, quando la politica lavora in maniera sinergica, i risultati si possono ottenere, – conclude il sottosegretario comasco, che ha partecipato all’incontro per conto del presidente della Regione Lombardia: sarebbe importante che diventasse una prassi per un territorio troppo spesso impegnato a litigare”.

Non tutti sono però a favore di questa grande opera infatti Pierluigi Tavecchio, appartenente a Rifondazione Comunista, spiega come i lavori intaseranno per molto tempo ‘la vecchia regina’ e rovineranno il paesaggio, principale attrazione turistica di quella zona.

«Fra pochi mesi sul lago di Como pioveranno milioni di Euro. 380 si dice, per scavare un tunnel nella montagna tra Colonno e Griante e costruire una strada alternativa alla statale 340 (la Regina).
Noi non esultiamo perché, nonostante la strada sia in gran parte in galleria, il paesaggio (principale attrattiva turistica) verrà corroso dagli inevitabili raccordi, piazzole e svincoli necessari alla costruzione dell’opera. Noi non esultiamo perché da quel tunnel lungo 7 chilometri dovranno uscire almeno 300.000 metri cubi di roccia, un mucchio praticamente grande come 500 villette a due piani. Noi non esultiamo perché questa montagna di materiali la vediamo già sui 12000 autocarri che, per qualche anno, intaseranno la vecchia regina per scaricarla…. preferiamo non pensare dove. Noi non esultiamo perché, come tutti sanno, siamo nella regione dove il movimento terra – secondo i dati ufficiali – è per il 90% in mano alle cosche mafiose e temiamo che quei soldi finiscano nelle mani della criminalità organizzata.
Noi rabbrividiamo perché gli entusiasti politici della destra stanno già godendo all’idea di farsi traforare le montagne in tempo per accogliere le carovane di auto dirette alle le Olimpiadi invernali valtellinesi del 2026. (Che detto per inciso, vista la quantità di impianti e alberghi esistenti potrebbero tenersi anche domani, senza aggiungere un mattone).

Non ci resta che aspettare e osservare cosa accadrà.