Silvia Priori alla Fondazione Sangregorio di Sesto Calende: una Butterfly leggera come una farfalla e pungente come un’ape

Fondazione Sangregorio

Nella splenda cornice della Fondazione Sangregorio di Sesto Calende, lascito dello scultore di fama internazionale Giancarlo Sangregorio – artista milanese, allievo di Marino Marini deceduto a Sesto nel 2013 – Silvia Priori di Teatro Blu per la Rassegna Terra e laghi giovedì 21 luglio 2016 ha rappresentato Butterfly, che ha interpretato ed allestito da uno studio su “ Madame Butterfly” di  David Belasco del Teatro Opera. Una singolare rappresentazione impreziosita da un rilevante contributo nipponico: era a fianco di Silvia la soprano giapponese Kaoru Saito,  con la regia di Kuniaki Ida. Entusiasta il numeroso pubblico intervenuto in questa splendida “location”: una terrazza naturale sul Lago Maggiore, con vista mozzafiato sul Lago Maggiore che però a tratti ricordava quel mare da cui Butterfly sperava arrivasse il suo amato Pinkerton. Soddisfatte anche la presidente della Fondazione Francesca Marcellino e l’assessore alla Cultura  del Comune di Sesto Calende Silvia Fantino.

E a proposito dell’interpretazione appassionata della Priori si potrebbe dire che l’autrice-attrice rilegge il celebre melodramma di Puccini e lo attualizza; ma la morale sembra essere sempre quella: l’arte, la cultura stessa è una “geisha” di cui il potere politico ed economico si serve per i suoi fini. Solo la dignità e l’amore dell’artista riscatta questa schiavitù. E allora il Mozart che si nasconde in ciascun talento, piccolo o grande che sia, può irridere il maggiordomo di turno che lo prende a calci nel sedere per conto dell’arcivescovo di Salisburgo.

Dal libretto della rappresentazione:

Butterfly è una storia d’ amore giapponese. Una delle storie d’amore più profonde che mai siano state concepite. Amore sensuale, erotico ma sublime. Butterfly è una geisha, un’artista del mondo  che fluttua, canta, danza e vi intrattiene. Il resto è ombra, il resto è segreto.  Raccontiamo, in un’ atmosfera di profondo oriente,  la vicenda intima di Butterfly, la sua carica emotiva, la sua purezza, e la sua instancabile attesa in un’ atmosfera esotica.  La sua solitudine è l’ alcova per sognare il desiderato incontro con il suo amato, una Penelope orientale che tesse le trame di un amore infinito, fedele, devoto, che va oltre se stessa. Cio-cio-san, si veste di speranza e aspetta. Aspetta il ritorno del suo amato. E’ capace di aspettare e la sua attesa è intrisa di gioia, di ingenue aspettative,  di sogni a colori, di incontri che mai si avverranno, di abbracci e di desideri.  Ha fiducia, ed è convinta che la sua attesa si possa volgere in gioia nel momento in cui il pennacchio di una nave, un fil di fumo, dividerà in due l’orizzonte del mare di Nagasaki. La nostra Butterfly è la celebrazione della speranza sul confine fra realtà e illusione, dell’affetto materno fino a giungere all’ auto eliminazione per la felicità altrui. 

www.terraelaghifestival.com

fondazionesangregoriogiancarlo.it

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