Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un addetto alla scorta di Trenord, che ci prega di mantenere l’anonimato per motivi di sicurezza:
Gentile redazione,
sono un addetto alla scorta di Trenord (il “controllore” per i meno esperti), vi scrivo per segnalarvi quanto mi è accaduto il 14 dicembre scorso. Voglio mantenere l’anonimato in quanto credo che l’episodio possa ritenersi un’aggressione a tutta la mia categoria.Una volta terminata la giornata di lavoro, tornando alla macchina, posteggiata nel parcheggio de “Le Nord” della stazione di Busto Arsizio, l’ho ritrovata segnata da una bomboletta di vernice rossa lungo tutta la fiancata sinistra. Inoltre, sul parabrezza e sul lunotto posteriore, ho scorto due biglietti contenenti insulti all’intera categoria: uno dei due era illeggibile, l’altro riportava una scritta molto esplicita (come potete vedere dalle foto). È plausibile quindi che l’autore del gesto mi abbia visto uscire con la divisa dalla mia vettura. La mia rabbia di fronte all’episodio è dovuto al fatto che noi rischiamo continuamente sui treni, perché, essendo a contatto con tantissima gente, non sappiamo mai con che soggetti possiamo avere a che fare. Prendiamo continuamente parole e insulti, alla meglio sputi in faccia (letteralmente!) e non possiamo mai reagire. Se c’è una cosa che forse vorrei chiedere a tutti, dal momento che ho subito io il “torto”, è di rispettare non l’autorità o le regole, perché quello comunque dovrebbe essere scontato in una società civile, ma solo di avere rispetto delle persone che, come me, fanno semplicemente il loro lavoro. Nel farlo dobbiamo far rispettare alcune norme, non imposte da noi; siamo in un paese che si “presume” civile. Vi ringrazio per l’attenzione.