Patrizia Laquidara in Concerto

Giovedì  12 maggio presso il Cinema Teatro Nuovo di Varese alle ore 21.00, il tanto atteso concerto di Patrizia Laquidara. Siciliana di origine e veneta d’adozione, cantante, autrice e compositrice nel 1998 Patrizia vince una borsa di studio presso il CET di Mogol per il corso autori interpreti della musica popolare veneta e lombarda. Subito, però, mostra un eclettismo musicale che la porta ad interessarsi a forme espressive e repertori inconsueti. Le prime esibizioni sono con il gruppo Hotel Rif. Si esibisce infatti in vari festival, proponendo un repertorio tradizionale di vari paesi del mondo (portoghese, arabo, greco), indicativo dei suoi interessi musicali multietnici. Già  con il suo primo album Indirizzo portoghese, uscito nel 2003 e prodotto da Pasquale Minieri, Patrizia Laquidara riesce ad imporsi, collezionando elogi di prim’ordine. Il successivo Funambola, registrato nel 2007 New York e prodotto da Arto Linday e Patrick Dillet, è considerato uno dei migliori dischi italiani dell’anno e viene scelto tra i primi cinque al Premio Tenco: la canzone Noite Luar diventa colonna sonora del film Manuale d’amore di Giovanni Veronesi e viene nominata al David di Donatello. Nel 2009 approda con una tournee negli Stati Uniti mentre nel 2010 va in un tour in Brasile e Giappone. Invitata più volte dalle maggiori reti televisive, è autrice e produttrice artistica insieme al musicista Alfredo Santimone anche del recente album Il canto dell’anguana, basato sulle tradizioni musicali dell’alto vicentino, di cui proporrà  a Varese alcuni brani, insieme ad una antologia dei suoi brani più conosciuti.

Il nuovo disco di Patrizia Laquidara – a tutti gli effetti un concept album – è interamente dedicato all’anguana, creatura mitologica per metà  donna e per metà  serpente che appartiene alla tradizione popolare veneta. A differenza di molti altri colleghi, che sfornano dischi attingendo a piene mani dal repertorio tradizionale, la Laquidara presenta un album dialettale fatto quasi interamente di inediti, e questo è già  un bel punto a suo favore. La voce di Patrizia è l’anguana stessa, seducente e cangiante, che si inerpica su note altissime e tremolanti per sgusciare via, improvvisamente, verso spettri più gravi. Non c’è la volontà  di creare scompiglio con virtuosismi particolari: il posto d’onore è dato alla parola, che si materializza nelle bellissime e suggestive liriche di Enio Sartori, poeta e studioso di linguistica. Insomma, un disco in idioma dialettale dalle origini colte – un dialetto colto, a tutti gli effetti, com’è quello di scrittori cari a Patrizia come Luigi Meneghello – che però non rinuncia a confrontarsi con realtà  musicali più autentiche, come le Canterine del Feo che giocano un ruolo determinante nel far suonare questo progetto davvero folk. In questo senso, non mancano due piccole e preziose citazioni provenienti dal repertorio tradizionale, anch’esse legate al tema dell’acqua: La bela la va al mare (una delle numerose varianti de La Linda la va al fosso) e il Canto dei battipali della laguna veneziana. L’uso del dialetto, che potrebbe sembrare un limite alla diffusione di questo lavoro, di fatto non lo è, grazie a un booklet molto curato, completo di note introduttive degli autori e testi con traduzione a fronte. Per quanto riguarda la musica e gli arrangiamenti, ad opera di Alfonso Santimone, gli Hotel Rif e della stessa Laquidara, si può dire che gli autori siano riusciti a condensare in maniera egregia tutta quella materia musicale che di solito viene etichettata con il nome di musica mediterranea: dall’eco dei Balcani in Ah jente de lo me tera alla gaida macedone che ricama La Tito Tata (probabile citazione da Creuza de ma di Fabrizio De Andrè); dai ritmi salentini de l’anema se desfa a citazioni sudamericane (Lo fumana, Tiketetanda), passando per le splendide ballate di Dormi putin e la corale Nota d’anguana. Tra gli ospiti, qualche nome autorevole del panorama folk nazionale, come Alfio Antico. Con questo lavoro la Laquidara si conferma come una delle realtà  vocali italiane più interessanti e in costante crescita. Da non perdere mai di vista.”

Vanna Lovato – Jam – Recensione a “Il Canto dell’Anguana”

INGRESSI

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