Nel comune di Castelnuovo Bocca D’Adda (LO), l’arrivo di un piccolo gruppo di rifugiati innesca un bell’esempio di come si rigenera un territorio

L’arrivo di un piccolo gruppo di rifugiati a Castelnuovo Bocca D’Adda (LO), un comune di poco più di 1600 abitati, all’estremo lembo del Parco Regionale Adda Sud, ha innescato una vera rigenerazione per tutta la comunità.

Quello che vi raccontiamo è un esempio concreto di quanto il Progetto Rigenerare Valore Sociale – Welfare Lodigiano di comunità è riuscito ad attivare sul territorio: è stata riqualificata e ri-abitata una Casa Cantoniera dismessa, coltivato un primo orto, attivata la partecipazione del Comune e dei servizi sociali territoriali, delle associazioni locali, dell’Istituto agrario del territorio, avviato con alcune cooperative sociali un percorso allargato che, facendo leva sulla volontà di rendere concreto il welfare di comunità, porterà alla realizzazione di un presidio dove si possa fare didattica, ricerca sull’agricoltura ed che offrire nuove opportunità di formazione e occupazione anche ai cittadini. Il merito di questi successi va al giovane Sindaco Marcello Schiavi che ha saputo cogliere le varie progettualità sul territorio e capirne le circostanze.

Con la collaborazione dell’Ufficio di Piano di Lodi e l’occasione di un progetto come Rigenerare Valore Sociale, finanziato da Fondazione Cariplo, convinto che solo il coinvolgimento di tutta la comunità avrebbe portato risultati, il primo cittadino non ha esitato a far sedere allo stesso tavolo istituzioni, privato sociale, mondo civile per creare qualcosa di unico per tutta la comunità. “Nel marzo del 2015 la Provincia mise a disposizione la Casa Cantoniera (località S.Antonio) per un centro di accoglienza – ha spiegato il Sindaco – per evitare una gestione privatistica, speculativa e senza controllo, ho voluto da subito coinvolgere istituzioni e non solo (…) La Fondazione Comunitaria di Lodi che ci ha messo a disposizione 50mila euro per la ristrutturazione, l’Ufficio di Piano per la programmazione e l’Istituto Tecnico Agrario ‘Tosi’ come partner tecnico per la realizzazione di un progetto di orti didattici.  L’obiettivo era creare le basi per un progetto di inclusione e integrazione non solo per i ragazzi rifugiati ma anche utile per i miei cittadini”. Nel novembre del 2015 è stato siglato un primo protocollo d’intesa che ha portato, dopo una lunga e sofferta fase burocratica, all’apertura della struttura nel febbraio del 2017. Immediatamente, è stata attivata la comunità locale con incontri pubblici ma, soprattutto con la sottoscrizione di un documento che impegnava tutte le associazioni (il Gruppo volontari, l’Associazione culturale ‘Attiva’, ‘Vivambiente’, ‘Castelnuovo per te,  l’ASD Castelnovese, il Circolo parrocchiale Noi, l’A.N.C.R.E.S e il Circolo ACLI ‘Due torri’) a creare occasioni di integrazione, valorizzazione delle diversità culturali degli ospiti accolti, a mettere a disposizione risorse e uomini per sostenerle. Dalla carta si è passati subito alla pratica e “I ragazzi della Casa Cantoniera sono già stati coinvolti nell’iniziativa ‘Puliamo il mondo’, in partite di calcio e feste di paese e della parrocchia e, in occasione dell’ottava edizione della “Festa dei Popoli. Paese che vai… gente e storie che trovi” ad inizio giugno, sono stati coinvolti in una gioiosa occasione di scambi e amicizie. Durante questo appuntamento è stato annunciato l’avvio del nuovo progetto ‘Orti didattici di comunità’ finanziato grazie al Bando di agricoltura sociale del Progetto Rigenerare Valore Sociale. Un progetto che guarda al presente e al futuro non solo di Castelnuovo ma anche del territorio. “Gli orti, già sperimentati in piccolo in queste settimane negli spazi attorno alla Casa Cantoniera – spiega ancora il primo cittadino – diventeranno un progetto di agricoltura sociale molto più ampio con finalità di ricerca e didattica che potrà servire anche all’economia agricola locale, ancora troppo incentrata sulla monocultura che oggi non è più remunerativa e non può competere. Siamo convinti che questo percorso che ha avuto inizio dall’accoglienza dei rifugiati, possa accompagnare l’economia locale con ricadute anche per i cittadini”. Il Comune acquisterà delle attrezzature che rimarranno alla Casa Cantoniera e si attiverà per la partecipazione della cittadinanza; la cooperativa  Pleiadi Servizi si occuperà del coordinamento, della gestione amministrativa e fornirà un educatore di supporto al coordinamento per la mediazione culturale e per seguire le attività presso la Casa Cantoniera. L’Istituto Tosi metterà a disposizione docenti e attrezzature se necessarie e coinvolgerà gli studenti in un corso di progettazione del possibile sviluppo dell’orto in campo. Durante il mese di settembre sarà anche avviato un corso teorico-pratico presso la casa Cantoniera e sul campo (500 mq del complessivo ettaro) aperto non solo ai ragazzi ospiti, ma anche a tutti i cittadini che lo desiderino.

Il Progetto Rigenerare Valore Sociale intende stimolare e facilitare azioni, relazioni e opportunità per costruire risposte insieme alle persone e alle famiglie che stanno attraversando un momento critico, prevalentemente legato alla perdita del lavoro, alla difficoltà di mantenere la propria abitazione (sia essa in affitto o di proprietà) fino alla quotidiana fatica di assicurarsi beni di prima necessità. Il progetto nasce da una nuova forma di alleanza e di collaborazione fra pubblico, privato e privato sociale del territorio lodigiano per integrare e ricomporre le risorse del territorio, attivando la comunità nella risposta al problema sociale dell’impoverimento diffuso.

Per informazioni: sito Welfare Lodigiano di Comunità