Ieri sera i Giardini Estensi hanno ospitato l’ultima serata di Esterno notte che, nonostante il maltempo, ha visto presente un nutrito pubblico, curioso di scoprire l’annunciato finale a sorpresa della stagione. Ma purtroppo non sempre il finale necessariamente coincide con un lieto fine: l’anteprima assoluta de Il rosso e il blu, nonostante le aspettative, si è rivelata purtroppo una grande delusione. E se, a maggior ragione, si ricorda la trionfale apertura della stagione con la proiezione di Metropolis, la delusione si fa ancora più cocente, anche se in fondo rientra nel rischio inevitabile di qualsiasi anteprima.
Quella che avrebbe voluto essere una commedia leggera, ma non disimpegnata, sul mondo della scuola e sulle sue contraddizioni, ha fallito innanzitutto il suo primo obiettivo: tempi troppo lunghi e l’assenza di una vera e propria trama, in un incastrarsi a dir poco dissonante di episodi sostanzialmente slegati, non hanno reso la pellicola affatto scorrevole. A ciò si aggiunga una retorica fin troppo trita, e un composto moralismo di buoni sentimenti “usa e getta” che sempre più spesso il cinema italiano ci propone, e il risultato, come si può immaginare, non sarà dei migliori. Giusto la figura, seppur eccessivamente caricaturale, del professore di storia dell’arte, grazie all’interpretazione di un attore comunque capace come Roberto Herlitzka risolleva in alcuni punti il tono del film, nonostante non sia in realtà che la riproposizione dell’ennesimo stereotipo dell’insegnante anziano e disilluso, già visto e stravisto. Se alcuni spettatori, interpellati al termine della proiezione, apprezzando le buone intenzioni del film hanno comunque colto il messaggio di speranza che il regista avrebbe voluto dare, altri hanno letto piuttosto nella storia di questi ragazzi un po’ troppo ignoranti, di questi professori un po’ troppo sentimentalisti, in queste storie di vita un po’ tragicomiche, l’emblema della disperante situazione attuale della scuola e della cultura in generale. Purtroppo questi sono gli inevitabili risultati di un cinema troppo pretenzioso e con scarsa autocritica, che se voleva invitarci a credere ancora nelle insospettabili risorse delle nuove generazioni e nel potere comunque educativo e formativo della scuola, in realtà ci lascia con l’amaro in bocca, soprattutto se si pensa che le grandi speranze sono tutte affidate ad una figura un po’ banale e un po’ grottesca com’è quella del giovane supplente interpretato da Riccardo Scamarcio.
Per fortuna il cinema ci offre anche molto altro, ed Esterno notte questo ce l’ha mostrato chiaramente, in una rassegna che nel complesso può dirsi anche quest’anno pienamente soddisfacente. Peccato per il finale, ma, come si sa, la perfezione non esiste.
Monica Cristini