Lauten galanterie, primo appuntamento della rassegna musicale “Echi dai secoli” organizzata dall’Associazione Musicale Estense

Col patrocinio della Provincia e del Comune di Varese oltre che dell’Agenzia del Turismo della provincia di Varese, domenica 16 dicembre alle ore 17.00 ha preso il via la rassegna “Echi dai Secoli” organizzata dall’Associazione Musicale Estense. Il primo concerto si è svolto presso la suggestiva ed elegante Galleria d’Arte Ghiggini 1822 a Varese. L’interprete, il varesotto Alberto Crugnola, abile liutista specializzato nel repertorio barocco, ha eseguito composizioni tratte dal suo lavoro discografico presentato nella stessa serata, il cofanetto di 4 cd “Deutsche Lautenmusik des 18. Jahrhunderts” edito da Christophorus. Vari gli autori proposti, dal più celebre Silvius Leopold Weiss ai meno conosciuti ma non meno interessanti Adam Falckenhagen, David Kellner e altri loro coevi. Sempre precisa e sobria è stata l’interpretazione dell’esecutore che ha illustrato anche alcuni aspetti del suo affascinante strumento, della sua storia e del suo repertorio, nonché della realizzazione di questi cd, che si mostrano come un progetto valido e ben strutturato. Alcune domande a Crugnola sono arrivate anche dagli spettatori che hanno contribuito a creare un filo diretto con l’interprete, che da par suo ha appagato con risposte chiare e mai troppo accademiche le curiosità di un pubblico attento, che ha molto apprezzato l’evento nella sua totalità, dal luogo scelto (Ghiggini è uno dei punti più conosciuti e apprezzati della cultura varesina) al contenuto musicale.
Senza dubbio l’inizio della rassegna “Echi dai secoli” ha riscontrato un buon successo, come si auspicava l’organizzatore, Marco Mustardino – Direttore Artistico dell’Associazione – che ha introdotto il concerto. C’è già grande attesa per il secondo appuntamento in calendario, sabato 16 febbraio 2013 alle ore 20.30 presso la sala comunale Giuseppe Triaca di Azzate (VA): il rinomato trio flauto, violino e chitarra del Classico Terzetto Italiano (Ubaldo Rosso, Carlo De Martini e Francesco Biraghi) si cimenterà in un brillante e accattivante repertorio del primo Ottocento utilizzando strumenti originali dell’epoca.