L’associazione vittime della caccia propone, per la difesa della persona, la strategia della distanza di sicurezza, da mantenere nelle aree di caccia. Questo si è rivelata un prezioso ed efficace strumento di difesa e di legittimazione delle richieste dei cittadini ai sindaci, al fine di ottenere il rispetto della sicurezza o un esplicito e pubblico richiamo alle zone interdette alla caccia, anche attraverso l’emanazione di specifica ordinanza sindacale ai sensi del D.lgs.267, 18 agosto 2000, art.54) Sono infatti gli strumenti che l’Associazione Vittime della caccia usa per difendere i cittadini, quelli relativi alla Legge 157/92 art,21, c.1, lett.a), e), f, g)* che stabilisce i parametri a cui i cacciatori devono attenersi. E’ sorprendente verificare come, nel rispetto delle norme vigenti, nella maggior parte del territorio la caccia, praticata nelle varie forme, risulti difficilmente praticabile. Si tratta quindi di capire cosa sia lecito e cosa invece no, per pretendere poi l’applicazione della legge.Occorre ripartire infattii da quei pochi strumenti previsti dalle attuali norme in materia di pubblica sicurezza, fugacemente richiamati dalla legge sulla caccia all’art.21*, come parametri minimi previsti, basati sulle gittate delle armi da fuoco, solitamente in uso durante l’attività venatoria
L’associazione Vittime della Caccia propone dei consigli per difendersi da eventuali sventure
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– 3 ottobre 2013