“La ciliegina c’è. Ora manca la torta”. Sintetizza così Beppe Ferrari, presidente di Fiab-Ciclocittà, il servizio di bike sharing inaugurato stamattina dopo una prima fase sperimentale che prevedeva quattro stazioni di biciclette.
“Siamo soddisfatti della decisione dell’Amministrazione, ci auguriamo però che non sia un impegno spot: per un buon funzionamento del servizio sono necessari investimenti in informazione e comunicazione, oltre a qualche altro perfezionamento tecnologico, come il lucchetto integrato nella bici e la possibilità di iscrizione online”.
Fiab-Ciclocittà era già intervenuta sul tema all’epoca del bike sharing sperimentale, chiedendo un ampliamento delle postazioni dove poter prelevare e lasciare i mezzi: “Il raddoppio delle postazioni è un fatto positivo, bisogna al contempo tenere aperta la prospettiva di ulteriori ampliamenti e verificare l’efficacia del sistema per incrementare la mobilità ciclistica urbana”
Ma l’attenzione dell’associazione dei ciclisti urbani è concentrata soprattutto sulla torta.
“Per una città amica della mobilità sostenibile – rilancia Beppe Ferrari – servono interventi strutturali che diano spazio alle biciclette limitando l’uso delle automobili. Dalla moderazione del traffico alla diffusione di zone 30 e isole ambientali; dalla creazione di una rete di piste o corsie ciclopedonali efficaci alla promozione delle biciclette a pedalata assistita; da una programmazione funzionale dei tempi e orari della città alla possibilità di percorrere in senso contrario alcuni sensi unici, dove lo spazio lo consentirebbe. Se le politiche del Comune andranno in questa direzione noi saremo al suo fianco con convinzione”.
Liberare spazi sulle strade è uno dei punti su cui i cicloambientalisti premono di più: “Nella discussione sul parcheggio in via Sempione o in via Luini, per esempio, è assente il principio per cui se realizzo un parcheggio multipiano devo liberare le strade dai parcheggi a raso, favorendo così la circolazione in sicurezza anche di altri attori: ciclisti, pedoni, mezzi pubblici.”
Infine secondo Fiab-Ciclocittà un ruolo importante è ricoperto dall’educazione alla mobilità sostenibile. “La promozione capillare del pedibus e del bicibus può togliere molte automobile dalle entrate delle scuole ed è uno strumento educativo formidabile”.
“La bicicletta è un mezzo di trasporto – rivendica l’associazione – e come tale deve essere trattato. Anche perché fa parte della soluzione dei problemi che attanagliano i centro urbani, compresa Varese, come la lotta all’inquinamento dell’aria e la riduzione delle emissioni climalteranti”.
Un recente studio della Federazione Europea dei Ciclisti Urbani mostra infatti come basterebbe percorrere tutti 5 km al giorno in bici invece che con i mezzi a motore per raggiungere il 50% degli obiettivi posti dall’Europa in materia di riduzione delle emissioni nel settore del traffico.
Anche la diffusione del bike sharing, secondo lo studio, favorisce questo obiettivo perché rappresenta un sostituto del trasporto motorizzato per oltre il 50% degli utenti.
Per questo, oltre alla ciliegina-bike sharing, è necessario che ci sia la torta-città amica della bicicletta.”