Un Teatro Santuccio gremito, quello di questa mattina, per il primo incontro di Pensare Futuro 2017/2018, organizzato dal Centro Gulliver di Varese.“Connessi o commossi?” il tema su cui ha dialogato la brava giornalista Maria Teresa Antognazza con il noto Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore e studioso. Padre di quattro figli. Appassionato di umanità.
Un’interessante riflessione sui cambiamenti cui siamo sottoposti di fronte alla digitalizzazione della nostra vita. Essere sempre connessi in un mondo virtuale ci lascerà ancora la capacità di “sentire” la vita, di emozionarci, di dare valore alle relazioni reali, così come è sempre stato nella storia dell’uomo?Quali risorse potremo mettere in campo per un progetto educativo volto a crescere gli Adulti di domani? Uomini e donne veri, autonomi e felici?
“Fare i genitori” oggi è complicato. Se in passato l’adulto aveva un ruolo di supervisione nell’educazione del figlio poiché sapeva, o era in grado di prevedere cosa sarebbe successo, oggi non è più così. Un mondo, il nostro, che sembra viaggiare a motori invertiti, con genitori spesso succubi della tecnologia, spesso ignoranti di cosa si possa fare non col “telefonino”, ma con uno smartphone con una potenza di calcolo evoluta, quasi da intelligenza artificiale. Nonostante ciò, l’Adulto non può rinunciare al suo ruolo di Guida e riferimento.
Il Pellai genitore ha lasciato il posto anche allo psicoterapeuta e medico, appassionato di neuroscienze. “La ricerca scientifica ci ha fornito negli ultimi 20 anni degli strumenti eccezionali per comprendere come funziona il nostro cervello. Le neuroscienze negli ultimi decenni lo hanno spiegato molto bene: il cervello di un adolescente è in costante trasformazione e il suo sviluppo necessita di molti anni prima di arrivare ad uno stadio definitivo. I giovanissimi si buttano quindi a capofitto nell’esperienza che la vita offre e cercano di vivere in pieno la dimensione emotiva: in questo il cervello emotivo li supporta in toto, ma fanno molta fatica a staccarsi dalle emozioni e ad attribuire loro un significato, a elaborarle e a gestirle. Sanno cogliere l’attimo, ma spesso senza un vero perché, semplicemente per godere di tutto ciò che esso ha da offrire. Noi Adulti possiamo indirizzarli, aiutarli ad attribuire un significato alle proprie azioni.