Sesto anno dell’iniziativa e seconda tappa della Goletta dei Laghi-Cigno Azzurro sul lago Maggiore. Con queste parole Barbara Meggetto, portavoce della Goletta di Legambiente, apre la conferenza stampa di questa mattina per presentare i dati rilevati dalla Goletta che descrivono lo stato di salute dei nostri laghi. Si tratta di un’attività di monitoraggio delle acque e riprende il progetto della Goletta Verde che si era occupata dell’osservazione delle acque marine della nostra penisola. Anche quest’anno il partner principale della campagna, volta alla sensibilizzazione sulle tematiche legate all’inquinamento lacustre, è il COOU(Consorzio Obbligatorio Oli Usati) un ente pubblico operativo dal 1984 che si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema degli oli usati, dannosi per la salute che però possono essere rigenerati e tornare a nuova vita.
A partire dal 2010 gli indici che decretano la qualità delle acque sono cambiati rispetto al passato: prima si controllava soprattutto la salute delle acque in relazione alla balneazione; mentre oggi le rilevazioni analizzano principalmente la presenza di batteri come l’escherichia coli. Tuttavia la nuova normativa europea sulla balneazione ha “ammorbidito” i parametri da considerare anche se in Italia si scaricano ancora nei fiumi e nei laghi il 30% delle acque fognarie senza essere depurate.
Sul nostro territorio la Goletta (che quest’anno realizza un progetto simile anche sul Lago di Santiago di Altitlan in Gautemala, ndr) ha studiato le acque del Ceresio e del Lago Maggiore, riscontrando molte criticità. Sulla sponda del lago Maggiore risultano inquinati la foce del torrente Acquanegra, del Boesio,del Bardello, del Monvallina e la roggia di Angera in prossimità dell’oasi faunistica della località. E’ stato riscontrato che la maggior parte dei reflui inquinanti provengono dai comuni che si trovano a monte mentre il più delle volte le località costiere sono allacciate a impianti di depurazione,più o meno efficienti. Anche il Ceresio non può cantare vittoria: critica la situazione per la foce del Telo e del Rio Bolletta, tragica la condizione del lungolago di Lavena Ponte Tresa che presenta scarichi inquinanti visibili pienamente dalla frequentata passeggiata in centro città. Legambiente e la Goletta dei Laghi denunciano il caso da tre anni consecutivi alle amministrazioni locali che però spesso privilegiano gli interessi economici e gli interventi architettonici a scapito della sanificazione delle acque che restano non balneabili per i numerosi turisti lacustri.
La parola è poi passata a Milena Nasi del circolo Ceresium di Lavena che ha stilato la classifica dei laghi della nostra zona. Buona ma stabile da molti anni e senza miglioramenti evidenti la condizione di Ispra, a cui sono state conferite le due vele( indice di valutazione della qualità dell’acqua che tiene conto di diversi fattori,ndr)che appaiono sulla Guida Blu,pubblicata a cura del Touring Club italiano mentre Lavena riceve per il secondo anno consecutivo la bandiera nera anche a causa del mancato interesse dell’amministrazione comunale.
Chiude la conferenza Alberto Minazzi,coordinatore provinciale di Legambiente,che cita come esempio il caso del lago di Varese, dove gli aironi rossi sono tornati a nidificare. In questo caso l’obiettivo fondamentale non è tanto quello di aumentare i punti di balneabilità ma di ripensare la vivibilità del lago non solo in una prospettiva turistica ma anche nello sfruttamento da parte degli abitanti locali. I cittadini, infatti ,ai propri laghi ci tengono come hanno dimostrato le numerose segnalazioni giunte dagli abitanti costieri che portano l’attenzione su potenziali sostanze inquinanti nei laghi. In passato il lago era considerato solo come risorsa industriale, mentre ad oggi si privilegia anche l’aspetto paesaggistico, la qualità della vita e la mobilità dolce.
I cittadini però dovranno aspettare ancora per vedere risolte le criticità denunciate dalla Goletta: i tempi amministrativi dovuti alla ristrutturazione dell’Aato (Autorità ambito territoriale ottimale) rischiano di rimandare troppo a lungo gli interventi risolutivi per migliorare lo stato di salute dei laghi. Nel contempo il compito spetterebbe alle amministrazioni comunali. Peccato che spesso vedano la Goletta come un “vascello dei corsari” nemico e non come prezioso alleato!
Erica Besoli