Esposito Angelina (Una storia popolare), romanzo poetico in vernacolo di Giosuè Romano, è un racconto di fattura epica che inizia e finisce con le stesse parole: Esposito Angelina / teneva ll’uocchie verdi / colore acquamarina. / ‘A ncuntravo a matina, / piglianno ‘o tram e sei pe’ Mergellina / quanno ero praticante di barbiere.
L’intensità affettiva e il calore (oltre al colore) di questi versi suona molto familiare a chi come me conosce bene questo versatile insegnante di Letteratura Italiana e Storia, nonché autore di numerosi altri libri e saggi, appassionato di teatro (ha fondato nel 1993 l’associazione teatrante “i Traballanti) e brillante conferenziere su temi di Storia e Letteratura Italiana.
L’ho vista manifestarsi in numerosissime occasioni – di solito in particolari ricorrenze, quali la festa della Donna dell’ 8 marzo – verso tutte le donne della sua vita: la moglie e la figlia, ma anche le tante colleghe e amiche che conosceva in ambito lavorativo, quell’ Istituto tecnico Daverio-Casula dove anch’io collaboravo. Giosuè non mancava mai di dedicare piccoli poemi accorati e rispettosi in quelle occasioni, che appendeva solitamente sulla bacheca della nostra segreteria e in sala professori.
Leggendoli, riconosco ora in questo più elaborato lavoro letterario la stessa dedizione, lo stesso amore per il mondo femminile che da sempre lo contraddistingue. Un amore mai sopra le righe, sempre espresso con estremo pudore e rispetto.
Nello svolgersi del racconto, come nei classici epici, si sussegue la vicenda personale di Angelina e del suo ‘nnamurato Ciro Buonocore, a cavallo della Seconda Guerra mondiale , che si intreccia con le vicende spesso drammatiche ma anche entusiasmanti di un popolo generoso: quello napoletano.
L’amore tra Angelina e Ciro è il contrappunto di una sinfonia di vicende storiche che vanno dall’epoca fascista, attraverso la guerra e l’occupazione nazista, fino alla Liberazione, che i napoletani hanno nobilitato con le Quattro giornate di lotta per cacciare l’occupante tedesco.
L’eroina del romanzo lo percorre tutto d’un fiato da primadonna, mai subalterna ma sempre protagonista, come una sorta di musa ispiratrice di tutti gli atti eroici collettivi e personali del suo popolo. Ciro l’accompagna, con fedeltà e dedizione, dandogli anche due figli (che come sottolinea Giosuè Romano finalizzeranno il percorso di emancipazione culturale dei genitori, di umili origini ma sempre attenti all’importanza del sapere nella crescita dell’individuo) che raccolgono l’eredità spirituale dei genitori e sono i depositari della loro ricchezza culturale.
Saranno loro a trovare i quaderni dove Ciro aveva scritto in versi, rigorosamente a mano e in bella grafia, la storia del suo amore per la bella Angelina.
Esposito Angelina (Una storia popolare) Romanzo in versi di Giosuè Romano, Guida editori, 2021