Esclusiva per il Notiziario: il nuovo assessore alla Cultura Roberto Cecchi risponde sul suo libro Abecedario e su Varese

SKIRA

Nel suo libro (Abecedario, Edizioni Skira 2015) scrive che l’Italia possiede il più alto numero di siti UNESCO della lista dei patrimoni dell’umanità, e che questi sarebbero circa 50. A Varese e provincia l’UNESCO ne ha attribuiti quattro, di cui ben due fanno riferimento al capoluogo: il Sacro Monte con la sua Via del Rosario e l’Isolino Virginia con il sito archeologico più antico del sistema palafitticolo. Poi c’è Castelseprio che rientra nei luoghi longobardi di Italia Langobardorum e Besano con il suo rettile fossile del Trassico. Un numero considerevole, che però non attira per ora un flusso di visitatori pari a quello che si muove nei luoghi classici del turismo.

Lei cosa ne pensa ?

Il problema, mi pare, sia legato al fatto che per ora (dal 1902) abbiamo dedicato tutto il nostro tempo disponibile alla protezione del patrimonio culturale e molto poco alla valorizzazione-fruizione. Ci siamo occupati quasi esclusivamente di tutela e pochissimo di valorizzazione. Va detto che abbiamo fatto benissimo a fare quello che abbiam fatto, perchè c’è stato davvero il rischio di perdere quasi tutto quel che avevamo costruito nei secoli. Ma oggi è il momento di andare altre e di far sì che questo patrimonio diventi un punto di riferimento per il Paese. E per far questo bisogna investire in valorizzazione. La fruizione solo occasionalmente è il frutto del caso. È soprattutto l’esito di un progetto.

Un nodo delicato che lei individua in Abecedario è quello del conflitto Stato-cittadino anche nel campo della valorizzazione dei beni culturali. Ci dica in parole più semplici possibili quella strada virtuosa che consente all’iniziativa privata di non essere prevaricante sulla conservazione del bene artistico, storico o archeologico e al controllo dell’amministrazione pubblica di non soffocare le idee innovative, per promuovere al meglio il proprio patrimonio culturale.

Vanno chiariti i ruoli. Vanno delineate meglio le regole del gioco. Perchè non ci sia arbitrio dalla  parte pubblica e rischi per la conservazione da parte del privato, bisogna chiarir bene che cosa è vincolato e perchè. Non è più possibile convivere con una tutela che si fa di giorno in giorno. Le regole vanno scritte e devono essere chiare per tutti una volta per tutte.

La vexata quaestio sulla cultura commestibile o non commestibile: fuori di ogni ironia, lei che cosa pensa ? E’ indubbio che la sua vasta esperienza spazia in un ambito nazionale e le consente un’analisi generale, ma ci interesserebbe sapere se ha già idee spendibili nell’immediato sul piano locale.

La cultura è una risorsa vera per il Paese. Basta vedere che cosa non si fa da altre parti del mondo per avere qualcosa che si possa definire culturale. “Città come Bilbao, Manchester, Barcellona, Glasgow, Rotterdam, hanno usato la politica culturale per acquistare un’immagine di rinascita, di modernità, di dinamismo culturale”

Infine, se vuole, ci indichi le sue priorità ora che ha responsabilità amministrative nella nostra città, a seguito del suo incarico quale assessore alla Cultura nella neo-eletta Giunta comunale. Ci dica per favore quali saranno i suoi elementi di discontinuità e, se ci sono, di continuità con la precedente Amministrazione.

Credo la discontinuità risieda nel fatto che ci occuperemo di cultura. Quanto alle priorità, le prime priorità  son quelle che la città propone e che nelle settimane prossime cercheremo di individuare e definire.

RobertoCecchi

 

Roberto Cecchi, nato a Firenze il 5 maggio 1949, è stato soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici a Venezia. Direttore generale, segretario generale e sottosegretario di Stato del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha fatto parte del gruppo di lavoro per la conservazione del Padiglione Taihe Dian della Città Proibita di Pechino e di quello per il restauro della città di Bam (Iran), distrutta dal sisma del dicembre 2003. È membro del Consiglio Generale della Fondazione Cini e del Consiglio di Amministrazione del FAI (Fondo Ambiente Italiano), è autore di numerose pubblicazioni scientifiche.