Sabato 23 Marzo alle ore 18, presso il museo MAGA di Gallarate si terrà l’inaugurazione della mostra “Due Parallele”. Fotografie di Karina Bikbulatova e cura di Mauro Gervasini, critico cinematografico.
La mostra sarà visitabile fino a domenica 5 maggio 2019.
Karina Bikbulatova, vincitrice al concorso Premio Riccardo Prina “un racconto fotografico” 2018, organizzato all’interno del Premio Chiara, ha avuto la possibilità di realizzare questa mostra personale, grazie alla collaborazione con la direzione del Museo MAGA, e grazie al contributo sostegno e con di diversi enti pubblici e privati.
Il critico cinematografico Mauro Gervasini a proposito della mostra ‘Due Parallele’, intese nel luogo dello sguardo, fa una profonda riflessione che riporto qui di seguito.
<<Dunque è un errore pensare che due parallele non si incontrino mai. Accade invece. Una volta l’anno, in un villaggio russo. Luogo dell’anima: è un’espressione un po’ abusata per indicare qualcosa che non c’è ma “si sente”. Questione di percezione. Nelle fotografie di Karina Bikbulatova però, il villaggio è un luogo dello sguardo. Magari non c’è, magari non si sente, però si vede, diventa quasi tangibile nella riproduzione fotografica. E allora, daccapo. Due parallele si incontrano, una volta all’anno, in un villaggio russo. O meglio, due bambine, Gulshat e Alina, mamme diverse ma lo stesso padre che le ha abbandonate entrambe ai differenti destini delle madri; si vedono per poco, si cercano, giocano, parlano, poi ripartono, separate. Questa esposizione fotografica è la loro storia, che a un certo punto si è intrecciata con quella della fotografa, Karina, capace di cogliere al volo, con pochi, semplici ma sorprendenti scatti, l’intersecarsi periodico delle parallele. Venendo dalla critica cinematografica confesso di essere stato colpito soprattutto dalla fotografia che vede una delle due sorelle ergersi come un gigante in un nero drappo dal quale, subito sotto, fa capolino la seconda. Sembrano creature di un film di Dreyer avvolte nella cappa drammatica resa iconica da Bergman in “Il settimo sigillo”. Ma non c’è apprensione nei loro occhi. Nessun timore. Guardano in direzioni opposte, fateci caso. Con una certa fierezza, e molta libertà. È lo scatto che ha vinto il premio fotografico Riccardo Prina nel 2018. Il resto della sequenza è una composizione e ricomposizione del loro spazio, con i corpi e le cose, e con un’altra immagine significativa, pasoliniana, quella del muro diroccato e del somaro, dove la figura quasi religiosa della ragazzina rompe l’inganno della natura morta. Karina Bikbulatova è giovane, ha meno di 25 anni, ma la sua è una visione già matura, neorealistica, con tutto quello che di fantastico si può contemplare dentro>>.
Karina Bikbulatova definisce la sua mostra “fotografie in bianco e nero che raccontano una storia”. Riporto qui di seguito la sua riflessione.
<<Due bambine, Gulshat e Alina, si incontrano in un villaggio russo una volta all’anno. Giocano, parlano e si fanno le trecce ai capelli. Sono sorelle, ma non lo sanno. È una situazione sospesa, che si ripete ogni anno e che nessuno ha mai potuto o voluto chiarire. Sono state abbandonate dal padre con le loro madri, poco dopo la nascita. Lo stesso destino a distanza di pochi anni. Gulshat vive nel villaggio, la sua famiglia è povera, sua madre e il suo nuovo padre sono alcolisti. Alina invece viene da una grande città dove studia in una scuola prestigiosa, la sua passione è la danza. Due vite che scorrono parallele e che non dovrebbero intersecarsi mai, secondo il V postulato di Euclide. Eppure questo accade, come nella geometria iperbolica di Nikolaj Ivanovič Lobačevskij. In un villaggio russo due rette parallele si incontrano una volta all’anno>>.
La vita
Karina Bikbulatova Russia 1995, nella città di Ufa. Ha studiato all’Università della Cultura di Mosca. Ha partecipato a diversi concorsi nazionali ed internazionali di fotografia. Nel 2015 e nel 2016 le sue fotografie sono state esposte a Mosca alla galleria Tretyakov. Nel 2017 ha iniziato a studiare all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2018 ha esposto a Barcellona, Palermo e TelAviv, ha vinto il “Premio Riccardo Prina” e il premio internazionale “Fragmenta Curae”. Nel 2019 è stata selezionata tra i finalisti del concorso “Henri Cartier-Bresson” e le sue fotografie esposte a Minneapolis.
Mauro Gervasini Varese 1970, giornalista e critico cinematografico, firma storica del settimanale di cinema e televisione “Film Tv”, è dal 2012 consulente selezionatore della Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia. Insegna Linguaggi audiovisivi all’Università degli studi dell’Insubria e ha pubblicato la prima monografia italiana dedicata al cinema poliziesco francese.
La mostra è in collaborazione con la Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus.