Non bisogna dimenticare. Ogni anno, in questo periodo, il triste anniversario dello smantellamento del campo di sterminio di Auschwitz ci porta a ripetere questa frase, ma poi, chiediamoci, che cosa facciamo davvero per non dimenticare, perché l’esigenza del ricordo non si trasformi in mera retorica? Quest’anno a Varese, per nostra fortuna, le iniziative sono molteplici, e anche Filmstudio ‘90 non delude le aspettative di chi di memoria non vuol soltanto sentir parlare, di chi la memoria la vuole vedere. La scelta stessa degli organizzatori non è certo retorica: Rudolf Jacobs – L’uomo che nacque morendo non è il solito film, né un semplice documentario, non racconta quelle storie che già conosciamo, né vuole stupirci con misteri o segreti sconosciuti ai più. La storia che Luigi M. Faccini ci racconta è una storia strana, a cavallo tra ordinario e straordinario, e la straordinarietà è quella della redenzione. Si parla di un nazista, inviato in Italia, passato alla resistenza partigiana, morto eroicamente in un’azione contro le Brigate nere: è la vicenda di un uomo che si pente, e che pratica il proprio pentimento senza paura, fino alle sue estreme conseguenze. E così il regista racconta, non solo per far ricordare, ma innanzitutto per educare, per insegnarci che è possibile trovare il coraggio di dire di no e di lottare, anche se in pochi, anche se soli.
La proiezione varesina sarà duplice: venerdì mattina per le scuole, venerdì sera per tutti nella sede di Filmstudio ’90 alle ore 21.oo. In entrambe le occasioni saranno presenti anche il regista e la produttrice, Marina Piperno. Di non secondaria importanza l’incontro delle 18.00 con Faccini sul tema Il digitale come liberazione, un incontro che vuole parlarci dei modi in cui si possono raccontare le storie, di quei modi che cambiano con il cambiare delle tecnologie, per vedere quanto questi nuovi mezzi possano regalare alle storie stesse. Interessante per cinefili, filmmaker e storici, ma anche dedicato a tutti gli appassionati di cinema, curiosi di indagare i segreti del fare cinema oggi.
Monica Cristini