Nella mattina del 18 Dicembre 2017 a Varese, presso la sede di Fondazione Comunitaria del varesotto onlus, è stato presentato ai media il progetto “Ca.Sa Macchi, fare cultura e salute”, a carico del comune di Carnago, premiato da Fondazione Comunitaria del Varesotto, il quale va a completare l’intervento iniziato gli anni scorsi dall’amministrazione carnaghese e la Biblioteca di Carnago.
Erano presenti il segretario generale di Fondazione, dott. Carlo Massironi, il sindaco del Comune di Carnago Maurizio Andreoli, il vicesindaco con delega ai servizi alla persona Elena Castiglioni, l’assessore all’Urbanistica Francesca Porfiri. Sono intervenuti anche i progettisti dell’edificio di Ca.Sa. Macchi, lo Studio Tecneas rappresentato dall’arch. Stefano Coeli.
“Il nuovo progetto Casa Macchi parte dal recupero di una ex-falegnameria storica, e punta ad obiettivi ambiziosi quali il rammendo degli spazi urbanistici, una forte connessione in termini di mobilità pedonale degli spazi creati, un arricchimento dei servizi alla persona, anche al di fuori delle competenze istituzionali dell’ente locale, attraverso la creazione di relazioni virtuose tra l’ente locale e le altre componenti della comunità attive o rivolte all’area sociale (medici, associazioni), al superamento dell’ottica assistenziale ed alla creazione di strumenti di attivazione anche dei segmenti più fragili della popolazione – ha dichiarato l’assessore ai servizi alla persona Elena Castiglioni – Il progetto ha ricevuto la condivisione anche di SOS del Seprio e di altre associazioni sociali: sarà anche insieme a loro che ora concretizzeremo il progetto gestionale”.
Una volta ristrutturato l’edificio ospiterà gli studi dei medici e del pediatra di base, ci sarà spazio per una sala comune dei medici, per servizi di infermieristica a supporto della medicina di base, spazi di attesa attiva e un servizio di informazione attiva alla cittadinanza che abbraccerà le tematiche del sociale ad ampio spettro: uno degli obiettivi è quello di valorizzazione dell’offerta servizi pubblici al di fuori delle competenze istituzionali dell’ente.
Grazie appunto all’attenta e continua cura al progetto della Biblioteca di Carnago, la cultura entrerà nello spazio stesso dell’edificio: quella del benessere e della cura del sé ma anche fisicamente alcune delle sezioni di Bica (la biblioteca di Carnago) invaderanno gli spazi proponendo spunti per letture tematiche.
L’edificio in questione è caratterizzato dalla luce zenitale, proveniente dagli shed della copertura realizzati in funzione della prima funzione di tessitura.
La tessitura Pomini che ha operato nello stabile sino agli anni ’40 ha poi spostato la produzione in altro comune, ma il settore tessile ha continuato ad essere attivo: è del 2015 la chiusura dell’ultima tessitura del paese a conduzione familiare.
L’ingresso affaccia sull’area a verde storico, ove è presente anche un pozzo che sarà oggetto di conservazione e valorizzazione.
L’opificio divenne in seguito una falegnameria e – dopo molti anni dalla dismissione – venne acquisito dal comune all’interno di un più ampio piano di recupero urbanistico.
Un processo partecipativo, questo, che ha coinvolto più di cento cittadini rappresentati di diversi segmenti di popolazione (commercianti, educatori, associazioni, tecnici, amministratori) svoltosi tra gennaio e maggio 2015 ha identificato il comparto ex-falegnameria + verde storico + biblioteca come luogo di riconoscibilità della collettività, consegnando all’ente pubblico il compito di conservazione delle strutture e ripristino con funzione di “spazio pubblico” e con l’indicazione di preservare anche spazi destinati alla socialità non strutturata (in appoggio e completamento della biblioteca ove le funzioni sono contenute entro precisi limiti: consultazione, studio, lettura), al gioco libero e all’incontro intorno ad elementi forti (la luce, il verde, l’acqua).
Il sindaco Maurizio Andreoli ha espresso la propria soddisfazione per il risultato ottenuto: “Si tratta di un progetto importante dal punto di vista finanziario, un valore complessivo di 650000 euro suddiviso in due lotti funzionali: 430000 euro sono finanziati da mutuo mentre i restanti 220000 derivano da fondi propri dell’ente e dal generoso contributo di Fondazione. Ringrazio anche tutto il mio staff che in questi anni ha dato vita a numerosi progetti premiati da altrettanti enti: in primis il grande finanziamento regionale ed europeo per l’ampliamento della scuola primaria, e recentemente un nuovo finanziamento per interventi di miglioria sulla scuola dell’infanzia”.
“L’intervento architettonico scelto è stato sommesso, ha poi spiegato il progettista l’ing. Coeli: un lavoro rispettoso della luce che caratterizza l’ambiente e che lo rende aperto e gradevole. Un grande lavoro sugli impianti è stato fatto per trasformare un edificio storico in tecnologico e riattivarlo dal punto di vista energetico”.
Attento alla domanda di un edificio a basso consumo energetico e di facile manutenzione, l’assessore Porfiri propone un risultato progettuale che soddisfa pienamente queste richieste. “Il rammendo urbanistico è uno degli obiettivi, insieme alla forte riattivazione delle mobilità pedonale, che sarà garantita dall’apertura di un nuovo camminamento tra centro storico ed area del commercio di vicinato” aggiunge Porfiri.