Un’aria più pura e leggera. Perché, ogni inverno, a Varese si respireranno cinquanta chili di polveri sottili e 1500 tonnellate di anidride carbonica in meno. Pochi giorni dopo la chiusura del terzo “bando caldaie” (il sistema di incentivi che favorisce il cambio dei vecchi impianti inquinanti con altri più moderni ed efficienti e che ha visto il Comune erogare complessivamente 144mila euro ai privati cittadini che ne hanno fatto richiesta) a Palazzo Estense si è passati quindi all’analisi dei numeri. “I dati che ci arrivano – afferma l’assessore all’Ambiente Dino De Simone – ci spingono a proseguire su questa strada. Il piano di contributi funziona e verrà confermato anche il prossimo anno“.
Complessivamente sono trentasei i vecchi bruciatori sostituiti dal 2017, dodici solo nell’ultimo anno. E se il bando era riservato alle palazzine con almeno quattro appartamenti, in realtà a farne richiesta sono stati condomini ben più grossi: le nuove caldaie porteranno infatti il riscaldamento in 814 unità abitative, per un totale di almeno tremila cittadini.
“La nostra idea – aggiunge il sindaco Davide Galimberti – punta a un triplice obiettivo: meno costi per le famiglie, un impulso all’economia e al lavoro, un progressivo taglio all’inquinamento atmosferico. Per riuscirci serve il contributo di tutti e, proprio per questo, se da un lato invito gli amministratori di condominio a prendere in esame le opportunità che offriamo, dall’altro chiedo ai cittadini una maggiore attenzione sulle piccole cose”.
Tra le caldaie mandate definitivamente in pensione dieci erano alimentate a gasolio, mentre ventisei a metano. Il loro utilizzo medio era di vent’anni ciascuna, ma il picco lo ha raggiunto un bruciatore del 1984.