In occasione della Giornata Internazionale delle Donne, Fondazione Pangea lancia la Campagna Casa dei diritti delle donne, Casa Pangea, rivolto a far conoscere la questione relativa ai diritti delle donne e a sostenere il percorso di uscita delle donne che hanno subito la violenza maschile e che stanno cercando una strada per ricominciare!
La casa dei diritti le sostiene dal punto di vista legale, psicologico, per il recupero della relazione genitoriale positiva con i loro figli, per garantire un reinserimento economico e sociale nuovo.
Perché in Italia, Paese tra gli otto più sviluppati del mondo, la violenza di genere è ancora una piaga che colpisce moltissime donne.
“L’8 marzo rinnova l’importanza e la memoria storica della celebrazione dei diritti delle donne, perché i diritti umani sono ancora negati o discriminati in tutto il mondo per la maggioranza delle donne, sarebbe bello non aver bisogno di ricordare questa celebrazione ogni anno! Invece dobbiamo, perchè ogni giorno Pangea è testimone in molti Paesi come l’ Afghanistan, l’ India ma anche e sopratutto in Italia! delle discriminazioni e degli abusi, che le donne subiscono in ogni ambito della loro vita – dichiara Simona Lanzoni, direttrice dei Progetti di Fondazione Pangea – Soprattutto noi in Italia, non illudiamoci pensando di esserne estranei! Per esempio la violenza nei confronti delle donne è ancora una piaga da contrastare! Casa dei diritti Pangea vuole essere una risposta alle donne vittime di violenza e più in generale al bisogno di cambiamento culturale e reale di cui tutti in Italia abbiamo bisogno per uscire dalla crisi, e si esce dalla crisi solo abbracciando i diritti, conoscendoli, applicandoli, a partire da noi donne” conclude la Lanzoni.
Come sostenere il progetto Casa Pangea
Tutti possono partecipare alla costruzione di Casa Pangea e dare così forza ai diritti delle donne. E’ sufficiente collegarsi al sito di Pangea (http://www.pangeaonlus.org/8marzo) e donare mattoni “virtuali”. Così facendo si può aiutare una donna a ricostruire la propria vita e i propri Diritti, innalzare un muro di dignità e rispetto per se stessa e i propri figli, lontano dalla violenza. Perché la vita di ogni donna riparte dai Diritti!
Come funziona: clicca su uno o più mattoni, confermando il tuo sostegno con un donazione di 10,00 euro per ogni mattone. Scrivi una dedica o il nome che vuoi dare a ogni mattone virtuale: diventerà la testimonianza del tuo impegno per i diritti delle donne! I diritti per molte donne ancora non sono qualcosa di acquisito per sempre, vanno ancora molto coltivati e consolidati, si devono conoscere e applicare, vivere tutti i giorni, solo così si potrà generare un cambiamento positivo in tutta la società, vieni anche tu in Casa Pangea. Fondazione Pangea sottoscrive e vuole far conoscere i diritti che sono ancora discriminati in Italia, non solo sulla violenza ma anche in tanti altri ambiti, pertanto sposa le raccomandazioni che sono state fatte dal Comitato della convenzione per l’eliminazione di tutte le discriminazioni contro le donne delle Nazioni Unite che ha chiesto all’Italia di intervenire per modificare e migliorare la condizione femminile su diversi argomenti:
Protezione delle donne dalla violenza maschile
La prima indagine Istat (2006) riguardante il fenomeno della violenza fisica e sessuale ha stimato in 6 milioni 743 mila il numero delle donne – tra i 16 e i 70 anni – che sono state vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. La violenza di genere è ritenuta una violazione dei diritti umani dal 1993. Viene perpetrata a livello psicologico, fisico, sessuale, economico e/o attraverso minacce ossessive (stalking). La violenza di genere si compie ovunque e in particolare tra le mura domestiche. Malgrado il riconoscimento delle dimensioni preoccupanti del fenomeno e le politiche attuate nell’arco degli ultimi decenni dallo Stato Italiano, le misure messe in atto non sono a oggi ancora sufficienti per affrontare e risolvere il problema.
Molte donne sono tuttora vittime di violenza estrema da parte degli uomini solo perché donne. E il numero di omicidi è in aumento. Nel 2010 sono state uccise 127 donne: il 6,7% in più rispetto a dodici mesi prima (la crescita è stata ininterrotta dal 2005 ad oggi.
Stereotipi
In Italia gli atteggiamenti maschilisti sono ampiamente tollerati. I mass media e il dibattito politico li hanno rinforzati, date le frequenti allusioni sessuali, le espressioni stereotipate e la rappresentazione degradante del corpo e del ruolo delle donne nella società. Il CENSIS registra che il 53% delle donne che appaiono in televisione non ha voce, il 43% delle donne è associato a temi come sesso, moda, spettacolo e bellezza, e solo nel 2% dei casi ai temi di impegno sociale e professionalità.
Lavoro e welfare
Il federalismo e il taglio dei fondi discriminano le donne, soprattutto in tema di conciliazione tra lavoro e famiglia e occupazione femminile (per esempio carenza di asili nidi pubblici e servizi di assistenza, scuole a tempo pieno ecc.). In Italia lavoro e maternità sono più inconciliabili che in qualsiasi altro Paese europeo: oltre un quarto delle donne occupate abbandona il lavoro dopo la maternità. Solo quattro madri su dieci tra quelle “costrette” a lasciare il lavoro ha poi ripreso. Secondo l’ISTAT nel 2010 oltre 800.000 donne sono state licenziate o costrette a dimettersi solo per aver deciso di avere un figlio. Le donne hanno una maggior incidenza di lavoro sottopagato e non qualificato, di contratti part-time e precari e ricevono salari più bassi degli uomini, nonostante siano più istruite (percepiscono in media il 23% in meno dello stipendio a parità di responsabilità ed incarico rispetto ad un uomo). Tale disparità salariale ha ovvie conseguenze anche sui trattamenti pensionistici di fine carriera (le donne percepiscono una pensione di circa il 30,5% in meno rispetto agli uomini). In merito a inattività e occupazione femminile in Italia si registra la peggior situazione dell’UE27 (ad eccezione di Malta), con un tasso di donne inattive del 48,9% e di occupazione femminile pari al 45,3% (12% in meno rispetto alla media EU). Al Sud le opportunità di lavoro per le donne sono inferiori: solo 3 donne su 10 lavorano, contro le 6 su 10 del Nord Italia (ISTAT).
Partecipazione politica delle donne
Nonostante la riforma dell’art.51 della Costituzione, non è stata adottata alcuna misura per incrementare il numero delle donne in politica (le donne rappresentano circa il 20% dei deputati e dei senatori). A causa della diversità tra le leggi regionali, non è garantito ovunque alle donne pari accesso alle cariche politiche.
Chi è Fondazione Pangea Onlus
Fondazione Pangea lavora da 10 anni per favorire condizioni di sviluppo economico e sociale delle Donne e delle loro famiglie attraverso strumenti quali: l’istruzione, l’educazione ai diritti umani, la formazione professionale, l’educazione igienico-sanitaria e alla salute riproduttiva e la micro finanza, per la creazione di attività generatrici di reddito. L’obiettivo di Pangea è quello di offrire alle donne, in Italia e nel mondo, nuove prospettive e tutti gli strumenti necessari perché possano partecipare attivamente allo sviluppo del proprio Paese e garantire così Pace e stabilità. Laddove persistono violenze e discriminazioni contro le donne, non può esserci sviluppo. La discriminazione contro le donne è un problema di tutta la società e va affrontato con la massima serietà.
Oltre alla realizzazione di progetti concreti, Fondazione Pangea si impegna da sempre a sostenere varie attività di advocacy, basandosi su alcuni trattati internazionali indetti dalle Nazioni Unite e, che riguardano la tutela e il rispetto dei Diritti Umani, in modo da informare l’opinione pubblica sulla problematica della discriminazione di genere e fare pressione sui governi affinchè vengano rispettati i diritti delle donne.
Nella fattispecie, Pangea, insieme a una rete di associazioni e singole attiviste impegnate per la promozione dell’uguaglianza di genere e la tutela dei diritti delle donne in Italia e a livello internazionale, promuove e sostiene la campagna “Lavori in corsa – 30 anni CEDAW” avviata in occasione del 30° anniversario della Convenzione per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esistenza, l’attualità e l’importanza della CEDAW come strumento di avanzamento della condizione delle donne in Italia e nel mondo.