100 idee per i prossimi 100 anni di vita: un incontro per ragionare sul futuro delle cooperative, presso la sede Coopuf

A quasi 100 anni dalla sua fondazione, Coopuf invita soci e sostenitori ad un incontro tra competenze del settore cooperativo dal titolo “100 idee per i prossimi 100 anni di vita”.

L’incontro si terrà sabato 17 marzo dalle ore 15 alle ore 17, in via De Cristoforis 5, Biumo Inferiore (VA)

Interverranno Roberto Molinari, assessore ai servizi sociali che spiegherà cosa può dare oggi al Paese la cooperazione, Vittoriano Ferioli, Coordinatore CoopCircoli di Legacoop Lombardia sul tema dei pregi e difetti delle cooperative odierne, Marco Fazio, referente di LegaCoop provinciale che presenterà le prospettive per un futuro cooperativo e Gianluca Iannetti, presidente del Circolo di Albizzate “The Family” che parlerà dell’esperienza cooperativa nel varesotto.

La Soc. Anonima Cooperativa di Consumo denominata “Unione Famigliare Cooperativa di Biumo Inferiore” viene costituita nel 1920 con lo scopo di “Procurare il miglioramento morale e materiale degli associati per mezzo della cooperazione”.

E’ passato un secolo e Biumo è oggi tra i più vitali quartieri della città.

Cinque generazioni si sono succedute e Coopuf è oggi uno dei centri più frequentati della città, grazie alla sua sede che accoglie una sala concerto, una cine-club ed un bar-ristorante. Coopuf è sinonimo di casa della musica, del cinema, del teatro e di ogni altra forma espressiva.

Il fenomeno della cooperazione è stato fiorente a Varese fin dalla seconda metà dell’Ottocento. Le Coop hanno sempre preso nome dalla Castellanza nella quale venivano fondate, diventandone il fulcro della vita quotidiana.

Coopuf nasce dopo l’esperienza della Cooperativa di Biumo Inf., la più antica della città, con sede in via Garibaldi (la cui eredità è stata raccolta dall’attuale Cooperativa di Biumo e Belforte). I varesini l’hanno chiamata negli anni Circolino di Biumo, Circulin de Pré, fino all’attuale acronimo. La mutata attività, il potere evocativo dei vecchi epiteti e la volontà di dare corso ad un radicale cambiamento d’immagine richiedono oggi una riflessione sul cosa vogliamo fare e per i prossimi 100 anni.