Al Centro Culturale “La Piccola Fenice” di via Caracciolo 36 a Varese mercoledì 28 marzo alle ore 21.00 va in scena il libro “Il fuoco tra le dita. Il poeta e la danzatrice”, a cura di Mariacristina Pianta e Alessandro Quasimodo (Editore Abramo, Catanzaro 2011).
Il testo, che verrà presentato dai curatori, contiene scritti inediti di Maria Cumani – danzatrice classica e moglie del poeta Salvatore Quasimodo – e raccoglie prose, lettere, racconti, un carteggio con alcuni dei maggiori pittori del Novecento italiano, monologhi composti per una eventuale trasposizione teatrale, un diario che va dal 1940 al 1946. Un particolare valore sentimentale alla raccolta è dato dal contributo del figlio dei due protagonisti del libro, l’attore Alessandro Quasimodo, che reciterà passi del libro, in particolare le tre liriche dedicate da Salvatore Quasimodo alla Cumani: Delfica, Elegos per la danzatrice Cumani e L’alto veliero.
Anche l’organizzatrice della serata, Fernanda Andy Scillitani, è legata da uno stretto legame di parentela alla famiglia del poeta essendo la cugina di Alessandro.
Di particolare interesse il profilo biobibliografico della Cumani che nacque a Milano nel 1908 in una famiglia della buona borghesia milanese, fece studi classici e manifestò presto passione per la danza; fu allieva della Ja Ruscaja e in seguito tenne ella stessa corsi di danza. Nel 1936 giovanissima incontrò in casa di Raffaello Giolli, suo professore di Storia dell’Arte, il poeta Salvatore Quasimodo e fu amore a prima vista. Un incontro che avrebbe segnato tutta la sua vita, una travolgente passione amorosa, che fu anche l’incontro di due sensibilità artistiche con tutto ciò che di proficuo scambio esso comporta. Nel 1939 nacque il figlio Alessandro, nel 1948 si sposarono dopo la morte della prima moglie del poeta. Danzatrice, coreografa, attrice di teatro e di cinema, la Cumani fu inoltre autrice di tre sillogi poetiche: Improvviso un vento, L’arte del silenzio, O forse tutto non è stato. Dalle pagine del libro viene fuori il ritratto di una donna di ampia e raffinata cultura, e dalle eccezionali qualità creative, intellettive e umane, animata da un insopprimibile bisogno di esprimersi attraverso la sua più grande passione, la danza. Uno spirito libero Maria Cumani, che seppe in tempi non favorevoli e a costo di grandi sacrifici affermare il diritto alla propria indipendenza e alla difesa dei propri ideali. Fu anche sostenitrice di valori quali la pace e la promozione delle donne nella società (in particolare con un discorso tenuto al Congresso dell’Unione Donne Italiane nel 1953), che assieme a tematiche come la solitudine e il male di vivere, tra le più insistite nel libro, rendono il suo messaggio di palpitante attualità. Per quanto riguarda la scrittura, è da sottolineare la padronanza di un linguaggio, che consente alla Cumani di passare da analisi di grande lucidità, relative a problematiche esistenziali, a momenti in cui prevale una visione onirica della realtà. Non è un caso che la parola sogno ricorre spesso in questi scritti e che Sogni, danza, bambine e Alcuni sogni sono i titoli di due racconti. Colpisce inoltre la capacità di scandaglio psicologico, che non è mai astratta elucubrazione mentale, ma affonda le radici, a volte dolorosamente, nel vissuto dell’autrice, per un bisogno innanzitutto di conoscere se stessa.