Femminicidio, assemblea a Milano contro la violenza sulle donne

Raccogliendo l’appello promosso dal Comitato Promotore di “Se Non Ora Quando” con Loredana Lipperini e Lorella Zanardo e che sollecita una risposta forte di mobilitazione per dire basta ai femminicidi, SNOQ Milano, con l’Assessorato comunale alle Politiche sociali e Cultura della salute, promuove un momento di confronto per reagire ad un fenomeno che troppo spesso non trova un adeguato contrasto da parte delle Istituzioni.

In pochi giorni l’appello ha già raccolto oltre 30mila adesioni di donne e uomini spinte/i dalla volontà di condividere il dolore, la rabbia e il senso di profonda angoscia di fronte allo stillicidio quotidiano e insopportabile delle donne uccise il più delle volte da un uomo a loro vicino.

L’assemblea si terrà Venerdì 11 maggio a Palazzo Marino (Milano), in Sala Alessi, alle ore 21.00 per discutere con le realtà cittadine impegnate nel settore e alla presenza del Segretario Generale della Cgil Susanna Camusso, tra le prime firmatarie dell’appello. Perché è importante che se ne parli a Milano? Perché a Milano si discute in questi giorni del progetto di legge regionale per “Interventi di prevenzione, contrasto e sostegno a favore di donne vittime di violenza”. Perché a Milano possiamo contare su lunghe esperienze, sui contributi di singole donne e sul lavoro e l’esperienza dei centri antiviolenza. Perché a Milano possiamo finalmente contare su una nuova giunta, con cui aprire un dialogo e a cui formulare proposte e ipotesi di iniziative. Perché a Milano abbiamo assistito a diversi episodi di violenza sessuale in pochissimi  giorni.

 Crediamo che sia necessario rompere il muro dell’indifferenza, passare dall’esortazione all’azione partendo innanzitutto da un confronto con le realtà e le presenze nel territorio, con i percorsi già tracciati, qui a Milano.Crediamo altresì che siano necessarie non solo nuove disposizioni legislative, ma anche una trasformazione culturale, come pure nuovi servizi per le donne vittime di violenza, perché il tema della violenza sull’integrità psico-fisica delle donne smetta di essere considerato un fatto privato, ma entri a pieno titolo nelle questioni di natura pubblica di cui occuparsi. Senza dimenticare le nostre sorelle straniere, clandestine, vittime della tratta.