Monologo in cui una senzatetto newyorkese si trova agli inizi degli anni ’40 ad affrontare l’inattesa intrusione di due giornalisti nella sua vita ai margini della società. Convinta malvolentieri a rispondere alle loro domande, rimane convinte che vogliono fare un indagine sociale, e così inizia la sua storia: l’infanzia dolce nella lontana Scozia, l’emigrazione con la sua famiglia, che nelle condizioni difficili della Lower East Side rimane unita e affettuosa come prima. Solo che…
Solo che i ricordi che lei ha allontanato dalla sua mente decenni prima insistono per riaffiorare. Solo che i giornalisti non le danno pace finché non cede e racconta ciò che veramente vogliono sentire. Un ricordo rifiutato e rimosso da anni che riemerge carico come non mai. Il ricordo del lavoro, delle condizioni umilianti in cui dovevano lavorare migliaia di operai e operaie, le proteste inutili, e alla fine una tragedia preannunciata che costerà la vita a 146 lavoratori in poche ore. Una tragedia che risparmierà la vita alla barbona, ma una vita ormai non più vivibile. Tutto ciò che le rimane è il ricordo sommerso di un’esistenza bruciata nella fabbrica dove lavorava insieme alle sue amiche e colleghe.
Il monologo è frutto di una lunga ricerca ed è basato su testimonianze, documenti e materiale d’archivio autentici. Ripercorre la storia della fabbrica Triangle Shirtwaist, il tragico incendio e le faccende giudiziarie di seguito attraverso lo sguardo umano di una protagonista. Dove possibile tenta di riportare in vita, in diretta, le voci delle protagoniste e dei protagonisti.