E’ tornato a casa in questi giorni il gruppo di bambini della zona di Cernobyl che per quasi un mese ha soggiornato in Italia, tra Castronno, Stresa (VB) e Creazzo (Vi) grazie al progetto “Il viburno rosso” incentrato sulla diffusione di canti e musiche tradizionali della provincia russa. Gli otto bambini, provenienti dai villaggi russi delle province di Zlynka e Novozybkov, sono stati accompagnati da Elena, insegnante di musica, e da Marija, la referente del progetto e interprete. Durante la loro permanenza, iniziata il 14 settembre, i piccoli artisti hanno effettuato scambi musicali con le scuole elementari delle cittadine che li hanno ospitati.
Assieme ai bambini hanno soggiornato nel nostro territorio anche tre ragazzi più grandi – Vlad, Masha e Nastja – per un percorso parallelo di educazione ambientale.
Dal 2009 “Le Russie di Cernobyl”, coordinamento promosso dai circoli Legambiente di Castronno e Verbano, porta avanti infatti un programma di iniziative per lo sviluppo del volontariato giovanile a indirizzo ambientale nella provincia russa rimasta contaminata dalla catastrofe di Cernobyl. Un progetto nato assieme ai ragazzi del ginnasio della cittadina di Klincy.
“Per stimolare maggiormente l’entusiasmo dimostrato dagli studenti di Klincy nelle iniziative finora svolte – ha spiegato Lino Zaltron, presidente del Cigno Verde di Castronno – abbiamo pensato di offrire stage ecologici formativi. Questo primo esperimento con i tre ragazzi è andato molto bene e quindi stiamo già pensando al secondo”.
Scopo principale dello stage: la formazione nel campo degli stili di vita sostenibili e delle energie rinnovabili e la possibilità di trasmettere l’esperienza vissuta in Italia a tutti gli altri alunni dell’istituto scolastico.
“Per loro è stato importante osservare come funziona il volontariato in Italia – ha sottolineato Zaltron – e capire le differenze che ci sono con la realtà russa dove è meno diffuso o comunque tenuto dentro le istituzioni statali, non essendo molto sviluppata la società civile, soprattutto in provincia.”
Tra le iniziative in cui sono stati coinvolti i ragazzi: alcune giornate di Puliamo il Mondo, un’escursione all’Alpe Devero e una nel Parco naturale della Valgrande, l’ incontro con i dirigenti di Legambiente Lombardia a Milano, la visita all’Oasi della Palude Brabbia e al Centro del Sole di Verbania. Hanno aperto le loro porte anche il Centro Euratom di Ispra e la ditta “Arendi” del gruppo Marcegaglia di Lonate Pozzolo specializzata in pannelli fotovoltaici a film sottile.
A causa dell’esplosione della centrale nucleare nel 1986 ancora oggi vaste aree di Bielorussia, Russia e Ucraina sono contaminate da radionuclidi. Alcuni milioni di persone vivono in questi territori, assumendo quotidianamente piccole dosi di radiazioni attraverso la catena alimentare con i relativi rischi sanitari (calo del sistema immunitario, aumento dei casi di cancro della tiroide e di altre patologie di cui non si prevede ancora la gravità delle conseguenze). Un’ampia zona dunque , perlopiù rurale e depressa a livello socio-economico, che è spesso dimenticata sia dalla comunità internazionale che dallo stesso governo russo.
In quest’area il coordinamento “Le Russie di Cernobyl” sta portando avanti da molti anni progetti di cooperazione: da quello di volontariato ambientale al ginnasio di Klincy a quello di scambio culturale musicale con le scuole elementari di Novozybkov e Zlynka.
A qualificare il lavoro del coordinamento è infine il progetto “Dubrava”, un intervento volto al risanamento di bambini socialmente svantaggiati con particolari problemi di salute derivanti dalla tragedia di venti anni fa. vengono ospitati per un soggiorno temporaneo in un struttura, posta in territorio non contaminato, che offre loro un sostegno medico e pedagogico.
Per ogni altro approfondimento e per contribuire è possibile visitare i blog: lerussiedicernobyl.blogspot.com/ e lamemoriadicernobyl.blogspot.com/