Autrice-attrice di narrazione e donna anticonvenzionale (nonché felicemente sovrappeso), Elena Guerrini mette in scena con una formula auto-ironica e spiazzante un tema che le sta molto a cuore: la dipendenza femminile dagli stereotipi, per primo quello della magrezza, e la conseguente ossessione delle diete. Così è nata la sua protagonista-alter ego Winnie Plitz, sulla falsariga della Winnie beckettiana di Giorni felici. Circondata da un mare di riviste femminili, accanto a sé ha una grande borsa dalla quale tira fuori una serie infinita di oggetti, tutti rigorosamente rosa: Barbie-feticcio, occhiali, spazzole, specchi, abat-jour… Oggetti che le danno identità ma che la condizionano. «È vero che il nero sfina, il rosa ingrassa e i tacchi slanciano?», ripete come in un mantra, stretta in un tutù fucsia. In un set che fa il verso alla tv trash, Elena Guerrini alterna la battuta all’invettiva, dalla «Rosalina che piace grassottina» di Fabio Concato ai secchi (e crudeli) dati statistici sul business della bellezza, dalla chirurgia plastica alle diete-capestro. Dalla risata si passa al coinvolgimento emotivo, ripercorrendo i conflitti dell’adolescenza, il confronto con le amiche, il percorso ad ostacoli del diventare donna.
Elena Guerrini sceglie con coraggio – in una sorta di autoanalisi che la fa crescere man mano che lo spettacolo procede – di mettere il suo viso e il suo corpo “a disposizione” di una battaglia per la dignità delle donne, che in questo momento della vita pubblica italiana assume un particolare significato di attualità. E lancia la parola d’ordine sovversiva e liberatoria: «Bella tutta!». Compresi i difetti, che ci rendono uniche, irripetibili. Donne che vivono, che amano. Donne da amare per quello che sono, non perché aderiscono a modelli imposti.
Accanto allo spettacolo teatrale, Elena Guerrini presenta il progetto OFFICINA BELLA TUTTA, che prevede altre due formule, ideali per portare il tema nelle scuole e nei circoli culturali, seguite da un dibattito:
– la conferenza-spettacolo, con la lettura del testo a leggio, della durata di mezz’ora.
– il video “Pretendi di più”, realizzato con Andrea Bastogi, sempre di mezz’ora, in cui si alternano brani dello spettacolo a spot pubblicitari che propongono un’immagine stereotipata delle donne.