Una suggestiva sfilata di maschere ha chiuso il Fu Mattia Pascal di Tato Russo, l’attore e regista napoletano che venerdì 11 marzo e, in replica, anche sabato e domenica ha portato in scena al Teatro di Varese la sua versione teatrale del romanzo di Pirandello. Una rilettura che mantiene la voce narrante protagonista del libro ma valorizza dialoghi e simboli – su tutti, lo specchio e la maschera – per raccontare la storia del “morto in vita” Pascal, l’uomo che dato per morto ha scelto di cambiare nome e apparenza, è diventato Adriano Meis, ha amato una donna per poi vedersi costretto a “suicidare” anche la sua nuova identità. Ritornato al suo paese, più nessuno lo risconosce, la famiglia lo ha presto sostituito, e non gli resta che una larva di Sé: il “fu” Mattia Pascal.
Doppio ruolo per Russo, che oltre ad essere regista dello spettacolo ha interpretato sia Pascal sia Meis, in una metamorfosi alla disperata ricerca del proprio vero Io, al di fuori di maschere e convenzioni sociali, che si riveleranno però vincoli insormontabili.
Finale a sorpresa, con un’incursione nell’attualità in coda allo spettacolo: salutando il pubblico Tato Russo ha colto l’occasione della presenza del ministro Maroni in sala per un’accorata invettiva contro l’ennesimo taglio al Fus, il Fondo Unico per lo Spettacolo, già drasticamente ridotto quest’anno a 258 milioni di euro contro i 414 del 2010. A causa di mancati introiti nella vendita di frequenze del digitale terrestre, infatti, altri 27 milioni del Fondo sono stati congelati, alimentando le gravi preoccupazioni degli operatori dello spettacolo: “L’anno prossimo questa bella compagnia potrebbe non esistere più – è la denuncia di Russo – invece di tagliare sulla cultura, sarebbe stato più utile tagliare sulle auto blu e sugli altri privilegi, ora rischiamo di vivere di oboli. Non impediamo la creazione”. Imbarazzo di Maroni, cui Russo chiede un aiuto diretto presso Tremonti: “Anche lei, ministro, è un musicista…”
Guarda il video su Youtube: http://www.youtube.com/watch?v=cRJoHvR8gCs
Recensione: Fabiana Spozio
Immagini e montaggio: Daniele Canci