Tanta tanta gente è accorsa ieri sera 7 luglio per assistere alla nuova produzione di Teatro Blu al Castello Visconti di San Vito a Somma Lombardo. Non sono bastate tutte le sedie messe gentilmente a disposizione dalla Direzione dello splendido Castello. La gente è rimasta in piedi fino alla fine per assistere a questa piecè toccante che ha commesso l’ intera platea. Ottima l’ organizzazione e la collaborazione tra Fondazione Comunitaria del Varesotto Onlus, Teatro Blu e la Direzione della Fondazione Visconti di San Vito. Lo spettacolo racconta la storia di una ribellione, è la storia di uomini che combattono contro la schiavitù, il pregiudizio e l’ ingiustizia alla ricerca di un luogo di libertà. Continua la ricerca di Teatro Blu intorno al tema dell’ integrazione, emigrazione e multiculturalità. Con Almas si chiude una trilogia iniziata con Tango di Periferia – Next 2008 e proseguita con Shabbes Goy – Next 2009. Tre spettacoli che ci raccontano in modi differenti problematiche legate al tema del pregiudizio e dell’ intolleranza etnica e religiosa. Grazie alla collaborazione con Cesar Brie, Teatro Blu vuole creare uno spettacolo che parli di giustizia, libertà e amore. Lo spettacolo affronta un tema universale che abbraccia l’ essere umano nella sua ricerca verso un rifugio interiore in cui potersi librare verso nuovi orizzonti, come alternativa ai ritmi incalzanti di una società moderna sempre più strutturata da imposizioni e da regole ferree. Ripercorrendo la storia di personaggi realmente esistiti e che hanno lasciato una traccia indelebile, ci inoltriamo in un tempo lontano in cui gli schiavi africani fuggivano dalle piantagioni di cacao brasiliane per trovare rifugio in luoghi remoti chiamati “quilombos”, difficilmente accessibili, nascosti nella profonda Amazzonia, per trovare nuova linfa vitale. La storia è un pretesto per raccontare la lotta che ognuno di noi affronta quotidianamente alla ricerca del senso profondo di libertà. Oggi più di ieri, sentiamo la necessità di trovare quella terra promessa dove poter costruire un rifugio che ci parli di sogno e di libertà. Una via per riscoprire e rinascere nel nostro intimo “quilombo”. Il racconto di fatti realmente accaduti sono attraversati da brani musicali che sono il risultato della contaminazione culturale tra gli schiavi africani, i loro discendenti e la popolazione locale composta da indios e da conquistadores europei.